lunedì 24 ottobre 2011

Testa di zucca

Eh si, è arrivato l'autunno e puntuali fanno capolino dal banco della verdura delle belle zucche arancioni.
Proprio ieri ho avuto il piacere di preparare un buon piatto a base di zucca e ricotta.
Vediamo cosa si nasconde sotto quella bella calotta: appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee (zucchina, cetriolo, melone, etc.) questo ortaggio è una fonte naturale di vitamine (A, B ed E) e minerali (calcio, sodio, potassio, fosforo, rame, magnesio, ferro, selenio, manganese e zinco).
È ricca di betacarotene, apporta una discreta quantità di fibre e di amminoacidi (arginina, tirosina, triptofano, acido aspartico e acido glutammico), nonchè di mucillagini, utili a combattere stitichezza, infiammazioni del tratto intestinale, a digerire e come alleato nelle diete dimagranti poichè placa il senso il fame.
E della zucca non si butta via proprio niente: scavata, la buccia può fungere da contenitore o da centrotavola.
I fiori sono ricchi di vitamina A, hanno azione diuretica e sono facilmente digeribili, se cucinati senza aggiunta di grassi.
I semi, dalle notevoli proprietà rilassanti, emollienti, diuretiche e vermifughe, si possono lavare e far tostare in forno o ricavarne un buon decotto cuocendoli in acqua o latte.

Un bel bicchiere di questa bevanda prima di andare a letto concilia il sonno.
Per sfatare il mito che tutto ciò che è buono fa ingrassare, la zucca è un alimento a basso contenuto calorico
: apporta circa 17 calorie ogni 100 grammi di polpa.
Il modo migliore di cucinarla è, come per tutte le verdure, al vapore; si può aggiungere ad altre verdure e ortaggi per preparare una buona minestrina o cuocere al forno senza aggiunta di grassi.

lunedì 17 ottobre 2011

Una buona spremuta

Cominciano i primi freddi e con l' inverno fanno capolino i primi malanni di stagione.
Nel cibo troviamo un valido alleato per prevenirli o fronteggiarli.
Lo scettro come nutriente fondamentale per la prevenzione dei malanni invernali va, ovviamente, alla vitamina C (acido ascorbico).
Piccolo composto acido dalla grande forza riducente, questa vitamina esplica molteplici attività nel nostro organismo, tra cui quella di stimolare la funzione immunitaria attraverso numerose vie.
Il livello di assunzione minimo raccomandato in Italia è 60 mg/die, raggiungibile con un'alimentazione varia e ricca, essendo tale vitamina presente in una varietà di alimenti.
Purtroppo l'acido ascorbico è un composto relativamente labile: viene rapidamente degradato in presenza di aria, luce o a contatto con metalli. Anche la cottura modifica il contenuto di vitamina degli alimenti, ecco perchè è consigliabile assumerli crudi o prepararli mediante cottura rapida e in poca acqua.
Buona bevuta a tutti!

domenica 2 ottobre 2011

C'era una volta...

"C'era una volta una valle con tanti mulini ad acqua..."
Mi sono data alle favole per bambini? Mio figlio ha preso possesso del mio blog?
Nulla di tutto questo. Oggi ho piacere di approfondire un discorso che mi sta a cuore: il valore nutrizionale delle farine raffinate.
Proprio come in una favola, fino a pochi decenni fa il panorama era arricchito dai mulini, costruzioni create per ricavare farina a partire dai chicchi di grano sfruttando la forza di acqua o vento.
Le antiche macine erano costituite da pietre scelte in base a determinate caratteristiche di durezza e porosità e scalfite in modo da perfezionare il processo di molitura.
Oggi tale operazione è effettuata utilizzando dei cilindri scanalati e la setacciatura è operata mediante tessuti di fibre di seta. L'acqua è stata definitivamente sostituita dall'elettricità.
Il sistema di molitura influenza la qualità della farina in maniera rilevante: i cilindri dei moderni mulini girano ad una velocità elevata che provoca surriscaldamento e conseguente perdita delle componenti più delicate (vitamine). La setacciatura rigorosa elimina tra l'altro le componenti più grossolane (proteine, fibre, parti oleose) fornendo un prodotto finale costituito da semplice amido.
I vantaggi, esclusivamente economici, riguardano la produzione di maggiori quantità di grano, in modo da soddisfare le sempre più ingenti richieste del mercato, e l'allungamento dei tempi di conservazione, essendo le farine prive dei componenti che nel tempo che ne causano l'irrancidimento.
Il prodotto finale consiste però in una polvere assolutamente inconstitente da un punto di vista nutrizionale e gustativo che necessita di aggiunte successive di grassi vegetali, grassi animali, maltizzati, etc.
Anche le farine reclamizzate come integrali non son altro che farine bianche addizionate di semplice crusca ma a cui mancano ancora minerali, oli, vitamine, aromi e le parti proteiche contenute nel germe.
Ci comportiamo come se, ricevendo un regalo, scartassimo l'oggetto e tenessimo per noi involucro e fiocco.
Il mio consiglio è di scegliere, quando possibile, prodotti non industriali e che presentino caratteristiche più genuine.

Basta poco

Chi mi chiede cosa faccio in pratica con il mio lavoro ha di me l'immagine di una wonder woman in camice e bilancia che sovverte le abitudini alimentari dei poveri pazienti.
La realtà è molto diversa.
Intendiamoci, di casi in cui il mio atteggiamento deve essere molto più autoritario e la dieta ristretta ce ne sono, ma si tratta di episodi singolari.
Generalmente basta chiacchierare dieci minuti con chi mi sta davanti per rendermi conto che il vero problema risiede nelle abitudini culinarie errate radicate da tempo.
Siamo italiani, conosciuti nel mondo per la buona cucina e per trasporre sul cibo
l' apertura e l'amore nutriti verso i nostri cari. La pastiera napoletana è una chiara ed inequivocabile dichiarazione d'amore (avete idea delle ore che ci vogliono per preparala???), la cena al fast food è segnale di apertura affettiva al figlioletto, il vassoio di pasticcini assortiti rappresenta il modo più elegante e diplomatico per presentarsi a pranzo dalla suocera.
Spesso il mio lavoro consiste più nell'elargire ricette veloci, gustose e leggere che grammare all' inverosimile misere porzioni di cibo.
E direi grazie al cielo!
È decisamente più semplice (e infinitamente piacevole) sperimentare nuovi modi di mangiare che morire di fame.
E per i nostri bambini, una bella storia prima di addormentarsi è il modo migliore di amarli.