domenica 2 ottobre 2011

Basta poco

Chi mi chiede cosa faccio in pratica con il mio lavoro ha di me l'immagine di una wonder woman in camice e bilancia che sovverte le abitudini alimentari dei poveri pazienti.
La realtà è molto diversa.
Intendiamoci, di casi in cui il mio atteggiamento deve essere molto più autoritario e la dieta ristretta ce ne sono, ma si tratta di episodi singolari.
Generalmente basta chiacchierare dieci minuti con chi mi sta davanti per rendermi conto che il vero problema risiede nelle abitudini culinarie errate radicate da tempo.
Siamo italiani, conosciuti nel mondo per la buona cucina e per trasporre sul cibo
l' apertura e l'amore nutriti verso i nostri cari. La pastiera napoletana è una chiara ed inequivocabile dichiarazione d'amore (avete idea delle ore che ci vogliono per preparala???), la cena al fast food è segnale di apertura affettiva al figlioletto, il vassoio di pasticcini assortiti rappresenta il modo più elegante e diplomatico per presentarsi a pranzo dalla suocera.
Spesso il mio lavoro consiste più nell'elargire ricette veloci, gustose e leggere che grammare all' inverosimile misere porzioni di cibo.
E direi grazie al cielo!
È decisamente più semplice (e infinitamente piacevole) sperimentare nuovi modi di mangiare che morire di fame.
E per i nostri bambini, una bella storia prima di addormentarsi è il modo migliore di amarli.

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